Al centro delle nostre riflessioni è qui la pratica dell’agopuntura, di cui approfondiremo fondamenti e presupposti pratici.
L’agopuntura consiste nell’utilizzo di aghi per la stimolazione di specifici punti disseminati sul corpo. I punti di agopuntura sono localizzati ed espletano la loro azione su canali che, similmente ai vasi sanguigni col sangue, veicolano una forma impalpabile di sostanza denominata Qi. La stimolazione dei punti provoca una modifica del flusso di Qi all’interno dei canali al fine di ristabilire equilibrio e armonia persi in caso di patologia.
La terapia si propone dunque di aumentare lo stato di salute, di cooperare in armonia con le possibilità di ogni individuo, per far sì che si ristabilisca da un’alterazione.
Si desumono facilmente dunque gli obiettivi con cui l’agopuntura viene impiegata: in primo luogo, è di grande valore per agire in campo di prevenzione, stimolando l’organismo a mantenersi in salute; in secondo luogo, è funzionale in campo terapeutico; infine è importante l’impiego degli aghi nel trattamento dell’area, spesso trascurata, del sub clinico, ovvero la condizione in cui i disturbi sono presenti, ma non ancora tali da essere definibili come vera e propria malattia.
Si comprende dunque più facilmente perché si dice che un paziente viene preso in carico nella sua globalità: la persona non viene frammentata nelle diverse branche della medicina, ma viene indagata come un unicum la cui salute non può che reggersi sul benessere delle sue parti. Ne consegue un trattamento che abbraccia la complessità di ogni individuo e prevede un intervento personalizzato: differentemente da una medicina basata sul trattamento della patologia, un approccio di questo tipo non può essere standardizzato, perché legge dietro all’etichetta di una patologia alterazioni molto diverse. Si ha come esito dunque l’individualizzazione di ogni intervento: non solo due persone con una manifestazione di patologia simile possono avere trattamenti diversi, ma talvolta la stessa persona, in diversi momenti, pur con la stessa patologia, avrà necessità di ricevere ricette di aghi differenziate.
Un ulteriore vantaggio di una pratica che mira al potenziare la salute più che ad aggiungere qualcosa per contrastare la patologia è la pressoché assenza di controindicazioni ed effetti collaterali. In alcune evenienze, possono insorgere sintomi sgradevoli che tuttavia regrediscono durante la seduta o nei giorni successivi alla stessa.
Per concludere, si dà un accenno a come l’agopuntore agisce nella pratica. Una seduta di agopuntura prevede che, dopo la raccolta dell’anamnesi e l’esecuzione dell’esame del paziente, si proceda all’infissione di aghi dal diametro compreso tra 0,2 e 0,4 mm in un numero variabile da uno a dodici, che vengono tenuti in posizione mediamente per un tempo di venti minuti. Si tratta di una pratica indolore che, come riportato da molti pazienti, provoca durante la seduta una sensazione di rilassamento profondo.
Data l’individualizzazione di cui si è descritto, non esiste un protocollo terapeutico fisso o un numero di sedute standard. Si stima, però, per buona parte della casistica, che un numero tra le cinque e le dieci sedute possa raggiungere l’obiettivo di cura. La cadenza generalmente è mono-settimanale o una volta ogni due settimane; talvolta per problematiche recidivanti, si prevede di rivedere il paziente a distanza da concordare caso per caso.
L’iter di cura può prevedere, a seconda del paziente e della tipologia del suo problema, che l’agopuntura venga impiegata: da sola; come integrazione a trattamenti farmacologici, per aumentarne l’efficacia o per ridurne le dosi; in affiancamento multidisciplinare ad altri approcci, quali medicina convenzionale, psicoterapia, pratiche psico-corporee o altre.
Dr. Cristian Mandaradoni - Medico Chirurgo
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