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Che cos’è il Disturbo Ossessivo-Compulsivo - Caratteristiche e sintomi tipici

Disturbo Ossessivo Compulsivo Monza

Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) colpisce indistintamente per età e sesso, può manifestarsi infatti sia negli uomini che nelle donne e può esordire nell’infanzia, nell’adolescenza e nella prima età adulta.

Il disturbo ossessivo-compulsivo appartiene alla categoria diagnostica dei disturbi d’ansia e si caratterizza per la presenza e la persistenza nel tempo di ossessioni e compulsioni.

Le ossessioni sono idee, pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti che insorgono improvvisamente nella mente del soggetto (temere di danneggiare qualcuno, temere di contaminarsi, porsi continui interrogativi, scene mentali) che vengono vissuti come intrusivi, inappropriati, fastidiosi e privi di senso provocando disagio, ansia o malessere. La persona che ne soffre tenta in ogni modo di ignorarli, sopprimerli o neutralizzarli riconoscendoli come prodotto della propria mente e non imposti dall’esterno.

Le compulsioni rappresentano atti mentali (contare, pregare, ripetere parole o frasi, etc.) o comportamentali (controllare, pulire, ordinare, etc.) ripetitivi, finalizzati ed intenzionali effettuati in modo eccessivo ed irragionevole, messi in atto in risposta ad un’ossessione, seguendo regole precise e stereotipate, allo scopo di neutralizzare e/o prevenire un disagio o malessere e un evento e/o una situazione temuta.

A differenza di altri disturbi psicologici, sostanzialmente omogenei, dal punto di vista fenomenologico, all’interno del disturbo ossessivo-compulsivo troviamo diversi tipi di sintomi, tutti comunque dipendenti dai medesimi meccanismi cognitivi:

  • Ossessioni di contaminazione: ossessioni e compulsioni connesse ad improbabili o irrealistici contagi o contaminazioni. Le sostanze “contaminanti” possono essere lo sporco ma anche urine, feci, sangue, sudore, sostanze chimiche. Diversi a loro volta possono essere gli oggetti veicolo di contaminazione come siringhe, carne cruda, sapone o persone. Se il soggetto entra in contatto con uno degli oggetti contaminanti mette in atto una serie di rituali di lavaggio, pulizia, sterilizzazione etc. allo scopo di tranquillizzarsi rispetto alla possibilità di contagio o a liberarsi dalla sensazione di disgusto.
  • Controllo: ossessioni e compulsioni che implicano controlli protratti e ripetuti volti a riparare o prevenire gravi disgrazie o incidenti. Le persone che ne soffrono tendono a controllare o ricontrollare sia per tranquillizzarsi riguardo al dubbio ossessivo di aver fatto qualcosa di male e non ricordarlo, sia a scopo preventivo, per essere sicuri di aver fatto tutto il possibile per prevenire una possibile catastrofe. Controllano così di aver chiuso le porte e le finestre di casa, le portiere della macchina, i rubinetti dell’acqua, i fornelli, le luci di casa o della macchina, di non aver perso oggetti personali o di non aver investito involontariamente qualcuno con la macchina.
  • Ossessioni pure: pensieri o, più spesso, immagini relative a scene nelle quali la persona attua comportamenti indesiderati ed inaccettabili, privi di senso, pericolosi o socialmente sconvenienti (aggredire qualcuno, dire parolacce o bestemmiare, tradire il partner, offendere persone care etc.). Solitamente non sono presenti rituali o compulsioni mentali ma solo pensieri ossessivi.
  • Superstizione eccessiva: pensiero superstizioso portato all’eccesso. Chi ne soffre ritiene che il fatto di fare o non fare determinati gesti, di pronunciare o non pronunciare alcune parole, di contare o non contare determinati oggetti etc. sia determinante per l’esito di eventi.
  • Ordine e simmetria: tutti gli oggetti devono essere posti in modo ordinato e simmetrico. In caso contrario la persona prova sensazioni sgradevoli di mancanza di armonia e logicità. La persona può ritrovarsi a passare ore del proprio tempo a riordinare ed allineare oggetti con l’obiettivo di sentirsi completamente tranquilli e soddisfatti.
  • Accumulo/accaparramento: tendenza a conservare ed accumulare oggetti, per lo più insignificante ed inservibili per la paura di gettare un oggetto che “un giorno o l’altro potrebbe servire…”.

 

Dr.ssa Michela Lauro
Centro Acacia: Monza


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