Spesso si sente dire che i bambini di oggi sono dei veri e propri “tiranni” e che ormai sono loro che comandano in casa . I Genitori moderni sembra non riescano ad imporsi sui figli e si trovano a subire capricci, costretti a fare ciò che i loro bambini ordinano.
Mi accorgo, ascoltando la storia dei genitori che vengono nel mio studio a chiedere aiuto perché stanchi e talvolta esasperati dai capricci del figlio, che il loro bambino ha completamente monopolizzato la loro vita. Il figlio viene messo al centro della vita famigliare influenzando notevolmente la vita pratica: dall’organizzazione della giornata , dai luoghi dove andare in ferie agli amici da frequentare.
Il figlio viene messo al centro di tutto con il risultato che mamma e papà non hanno più tempo per sé, dovendo continuamente assecondare le richieste dei bimbi e perdendo così completamente la loro autorevolezza.
Vorrei riflettere con voi genitori sull’importanza di porrei dei limiti ai vostri figli e fargli vivere delle sane frustrazioni: il contesto famigliare è importante che diventi una scuola di vita dove vostro figlio possa allenarsi alla frustrazione, dove possa imparare pian piano ad affrontare le emozioni che si provano quando qualcosa non va come si vuole o non si riesce ad ottenere quello che si vuole, per poter avere poi gli strumenti per affrontare le avversità della vita.
I genitori non si accorgono che per NON FARLI STARE MALE, (“ poi piange e sto male, mi dispiace …”)si rinuncia a educare i figli a controllare gli impulsi, a dominare l’ansia, a sopportare le avversità e sviluppare una sana capacità di resilienza tanto richiesta e tanto fondamentale nella vita di tutti i giorni.
Spesso mi trovo ad ascoltare genitori che mi portano tanta stanchezza e fatica per la difficile gestione del proprio bambino: usano proprio il termine INGESTIBILE per definirlo.
Ma perché un bimbo diventa ingestibile? Perché i genitori diventano adulti in balia dei bimbi, dominati e veramente vampirizzati dai loro figli?
Credo che la sfida più grande del genitore sia quella di crescere un figlio con un atteggiamento curioso verso la vita e appassionato al mondo ma anche quello di insegnare loro la capacità di adattarsi alle regole della società.
La prima piccola comunità del bimbo è la famiglia, ed è proprio nel contesto famigliare che deve impattare con delle regole per poter imparare ad accettare ciò che la frustrazione suscita e trovare il modo di adattarsi.
Un bambino che domina un adulto, è un bimbo che non si sente al sicuro, perché ha la percezione che l’adulto non sia in grado di prendere delle decisioni e che tutto lo possa decidere lui. Nel non dare la regola o nell’incapacità di farla rispettare, il genitore sta dando insicurezza al proprio figlio.
Le regole possono essere delle restrizioni che fanno andare su tutte le furie il bambino, ma rappresentano anche delle barriere che lo fanno sentire PROTETTO E SICURO. Il bambino sente che c’è qualcuno di più grande di lui che sa quello che lui deve fare: non è in balia di se stesso.
I genitori danno dei limiti per proteggere l’incolumità fisica del bimbo, es. non si gioca con il coltello, non si corre sulle scale o più generalmente perché cercano di educarlo (es. si mangia seduti a tavola) per renderlo capace di stare in mezzo alle persone. Vediamo quindi quanto il “dare delle buone regole “al bimbo abbia una funzione protettiva nella sua crescita..
E’ importante che il bambino non senta di avere potere sui genitori ma che mamma e papà con fermezza, rimangano sulla loro richiesta, accettando la ribellione del bimbo, affrontando il conflitto per poi poter essere entrambi più soddisfatti e uniti quando il conflitto viene risolto.
I genitori che non mollano su una richiesta fatta al bimbo, stanno inoltre passando il bellissimo messaggio al proprio figlio che lui potrà farcela a reggere la rabbia per quella rinuncia.
I bimbi sanno che i loro genitori agiscono per il loro bene e vogliono sentire che mamma e papà reggono tutta la loro rabbia e reazione .
I limiti aiutano i bimbi a CRESCERE FORTI e a sviluppare le loro risorse. Il genitore che cerca di far evitare al figlio qualsiasi sofferenza lo priva dell’opportunità di sviluppare la capacità di far fronte alle difficoltà . La frustrazione stimola il bambino a fare uso delle proprie risorse , purchè naturalmente il no sia ragionevole e non generi disperazione.
Un bimbo che vuole attenzioni, che vuole che la mamma giochi con lui o fare una determinata attività e deve rinunciare, impara ad essere flessibile e paziente e a trovare alternative, sviluppando la sua creatività e fantasia.
Quante volte ci si trova davanti a mamme vampirizzate dal proprio figlio che non riescono neanche a rispondere al telefono perché il figlio vuole tutte le sue attenzioni . Quante volte i bimbi vengono messi davanti alla televisione così la mamma ha “un attimo per respirare?
Perché non si può dire no al proprio figlio, facendolo piangere ma dandogli la possibilità di diventare fantasioso e creativo, un bimbo paziente e tollerante.
Con atteggiamento amorevole e ragionevole bisogna allenare i nostri bimbi alla frustrazione in modo che davanti alle avversità della vita il nostro bimbo cresciuto, sia in grado di sviluppare quella capacità di affrontare e tollerare le difficoltà ( un brutto voto, un amore finito, un’aspettativa delusa, una perdita ……)
Spesso ciò che blocca il genitore nel porre dei limiti è la forte reazione che il figlio può avere che spaventa o imbarazza o ricorda momenti dolorosi della propria vita.
E’ importante però non evitare la reazione del proprio figlio, ma affrontarla con tranquillità facendo sentire al proprio figlio, che si è in grado di reggere, accogliere e contenere la sua reazione.
I bambini davanti ai limiti imposti, possono avere dei fortissimi attacchi di rabbia e comportarsi come se stessero per esplodere: buttandosi per terra, urlando come dei pazzi , lanciando cose e oggetti .
I piccoli quando sono agitati tendono ad agitare piuttosto che a parlare e comunicano tramite il comportamento. Diventa importante che l’adulto riesca a mantenere la calma senza farsi trascinare dall’ira del bimbo. Solo la calma può aiutarlo a tranquillizzarsi. C’è il bimbo che necessita di essere abbracciato, chi ha invece bisogno di parole dolci e tranquillizzanti e chi invece ha bisogno di essere lasciato in pace per sfogare la rabbia. Sono momenti difficili dove i genitori si “ sentono cattivi “ e spesso questo fa mollare . E’ importante ripetersi e ricordarsi quanto invece non mollare quel NO sia importante per il bimbo e lo aiuti a crescere .
Non bisogna sentirsi in colpa, ma è importante stare lì con lui, con la sua rabbia, con le sue emozioni facendogli sentire che quella sofferenza può essere sopportata e superata diventando più forti di prima.
I genitori fornendo delle sane regole da rispettare, forniscono ai loro bimbi la possibilità di sperimentare la loro rabbia e trovare dei modi accettabili per esprimerla imparando così a gestire i loro impulsi.
A volte i bambini per dare sfogo alla collera diventano aggressivi, perché traducono in azioni i loro sentimenti. E’ importante parlare con loro e aiutarli a tradurre in parole ciò che provano, in tal modo il bambino impara e dire l’azione che ha in testa invece di agirla, per esempio “ voglio ribaltare il tavolo invece di ribaltarlo”.
E’ importante riuscire ad accettare la furia e la collera che si provoca nel proprio figlio quando si prende posizione e si dice no a delle loro richieste o comportamenti , con la consapevolezza che solo in tal modo si possa veramente contribuire a rafforzare la loro personalità e a fornirgli un borsone pieno di strumenti per affrontare l’avventura della vita.
dr.ssa Alessandra Cicero
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