L’ansia è un fenomeno naturale, complesso ed universale.
L’ansia si manifesta attraverso una serie di sintomi fisici: respiro rapido, palpitazioni, vertigini, nausea, sudorazione, sensazione di secchezza alla bocca, cefalea, nodo alla gola, oppressione al petto, peso sullo stomaco, confusione, vampate di calore, brividi di freddo, senso di affanno, fastidio agli occhi, tensione muscolare.
È importante, come prima cosa, sottolineare che tutte queste sensazioni sono reali; il fatto che siano espressione corporea dell’ansia non significa che la persona non le stia provando realmente e che non siano importanti e degne di considerazione. E’ fondamentale al contempo considerare ed interiorizzare il fatto che nessuna di queste sensazioni corporee, pur essendo reale, possa essere pericolosa: se sto sentendo una pressione al petto ed il battito è accelerato non significa che sto avendo un infarto; se sento la testa confusa e uno strano fastidio agli occhi non significa che sto impazzendo etc.
Questi sintomi fisici sono espressione del cambiamento che naturalmente e fisiologicamente si verifica nel nostro organismo tutte le volte che, se pensiamo di essere in pericolo, il nostro corpo si predispone nel cosiddetto meccanismo di attacco-fuga.
Spieghiamo meglio: ogni volta che una persona valuta la situazione che sta vivendo o che vivrà nel prossimo futuro come caratterizzata da un potenziale pericolo, avvertirà dei cambiamenti fisici che sono espressione del vissuto emotivo ansioso. Questa reazione non è tipica solo dell’uomo ma si verifica anche negli animali.
A cosa serve il meccanismo di attacco-fuga? Tale meccanismo serve all’uomo per mettere a propria disposizione tutte le risorse possedute per valutare al meglio il pericolo stesso e reagire ad esso affrontandolo, se vi sono le condizioni, oppure fuggendo.
Quindi tutto ciò che avvertiamo ed associamo ai momenti d’ansia e che spesso consideriamo fastidioso o addirittura dannoso per noi, in realtà, è espressione di un meccanismo non solo utile all’uomo, ma addirittura necessario.
Un paio di esempi:
Capita a volte però che vi sia una tendenza a percepire ovunque pericoli, ad interpretare troppo spesso ciò che viviamo come potenzialmente pericoloso o a valutare noi stessi come non in grado di affrontare la nostra quotidianità. In questi casi il meccanismo di attacco fuga si attiverà troppo frequente e, di conseguenza, l’ansia, da emozione utile ed alleata che ci aiuta a difenderci dai pericoli e ad essere più performanti, si trasformerà in emozione disfunzionale, sarà cioè eccessivamente presente, troppa intensa e tanto pervasiva da limitarci anziché stimolarci.
In questi casi la psicoterapia può essere un valido aiuto. Lo psicoterapeuta infatti sarà alleato del paziente nella comprensione del meccanismo che sta alla base dell’ansia e nella ricerca dei motivi che alimentano la tendenza ad arrivare allo stato d’allerta troppo frequentemente trovando con lui senso e significato dei vissuti emotivi personali.
Dr.ssa Michela Lauro
Centro Acacia: Psicologia e Psicoterapia - Monza
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